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Leggiamo Bukowski e mangiamo un "Panino al prosciutto"!

Panino al prosciutto è uno dei capolavori di C. Bukowski,

scritto nel 1982 che racconta le vicissitudini della gioventù dell'autore in Germania per poi proseguire a Los Angeles. Egli si impone in maniera quasi ostile, circondandosi di gente povera cavandosela da solo, con alle spalle una famiglia che non lo aiuta. Vive di ciò che ha a disposizione sapendo di essere nato povero e di dover rimanere tale. Il giovane Henry non aspira ad una vita classica fatta di figli moglie e casa, lui preferirebbe non far nulla e andare avanti come lavapiatti. Nonostante ciò riesce a crescere grazie alla cultura letteraria.

Panino al prosciutto, racconta della vita di Charles Bukowski, dalla prima infanzia all'abbandono dell'Università e della casa, passando per il conseguente inizio nelle strade e nel dormire in stanze di affitto tracannando vino birre e whisky. Il romanzo si chiude nella giornata storica datata 7 dicembre 1941 con l'attacco dei giapponesi a Pearl Harbor. I toni del racconto sono privi di messaggi consolatori o retorici, tutto è affrontato in maniera dura crudele e disperata: c'è la rappresentazione dei genitori patetici e violenti facenti parte della Grande Depressione degli anni 30, poi la scoperta del sesso a cui il protagonista deve rinunciare per una orribile acne che lo rende poco attraente agli occhi degli altri. Questo sentimento di esclusione sfocia nel rifugio nell'alcool e nell'emarginazione, e soltanto la scritta compulsiva può aiutare come sfogo, e che può aiutare come speranza di riscatto.

insomma, proprio da divorare...questo "Panino al prosciutto"

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